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A Rieti la startup RESET, finanziata con Smart&Start Italia, ha creato una tecnologia di gassificazione delle biomasse
 

Il container hi-tech che trasforma gli scarti organici in energia pulita

2022-02-02

Sono partiti in quattro e oggi sono diventati settanta, hanno creato un’impresa innovativa nel settore “green”, scegliendo di restare a Rieti, loro città d’origine.

Questa è RESET, startup fondata nel 2015 da Emanuele Melchiorri, Stefano Manelfi, Luciano Di Felice e Valerio Manelfi. Quattro ex colleghi con competenze trasversali (ingegneria, amministrazione e finanza, comunicazione), che hanno scommesso sulle biomasse, cioè sulla produzione di energia e calore a partire dagli scarti organici e agroforestali, attraverso un processo carbon-negative.

“Ciò che normalmente rappresenta un costo, anche in termini ambientali – afferma Valerio Manelfi, 40 anni, responsabile marketing – può diventare una risorsa per generare energia e calore da fonti rinnovabili, valorizzando risorse localmente disponibili, che diversamente sarebbero destinate allo smaltimento”.

Ma in che modo? RESET ha sviluppato e brevettato una tecnologia ad hoc, si chiama SyngaSmart ed è basata sulla gassificazione della biomassa: in parole semplici è una sorta di container hi-tech, compatto e installabile presso le aziende, ad esempio imprese agricole, segherie e in generale chi consuma energia e produce sottoprodotti organici, fino ad arrivare alle ormai imminenti comunità energetiche. Dentro questo "box" c’è tutto quello che serve per creare energia rinnovabile utilizzando gli scarti che spesso vengono prodotti in zone limitrofe: potature, residui agroforestali, gusci, sansa, scarti organici, per citarne solo alcuni.

“La nostra tecnologia – precisa Manelfi - non brucia le biomasse, ma le trasforma in gas con un reattore di gassificazione che raggiunge la temperatura di 900-1000 gradi. Allo stesso tempo, è un sistema in grado di sequestrare carbonio nel sottoprodotto del processo, il Biochar”. Il risultato è che i clienti possono produrre autonomamente bioenergia e calore da fonti rinnovabili, riducendo o azzerando il prelievo dalla rete o l’utilizzo di fonti fossili. Inoltre, riutilizzando i propri scarti si riducono i costi e l’impatto ambientale causato dal trasporto e conferimento in discarica.

Gli impianti vengono costruiti nello stabilimento di 7.000 mq nella zona industriale di Rieti, dove si concentrano le attività di R&D, ingegneria e progettazione, sviluppo software e automazione, carpenteria, elettronica, reparto motori, montaggio. “Una scelta non facile – confessa Valerio - quella di rimanere nella nostra città, un’area di crisi industriale dove è molto difficile reperire competenze specifiche e maestranze fondamentali per formare un gruppo di personale qualificato”.

Nell’arco di pochi anni la scommessa imprenditoriale ha avuto successo, compiendo un ulteriore salto di qualità grazie agli incentivi di Invitalia, che attraverso Smart&Start Italia ha sostenuto il progetto con un finanziamento agevolato di 650.000 euro. “Ci è servito – racconta Manelfi – per sostenere nel tempo lo sviluppo della tecnologia, affinché sia applicabile a una gamma sempre più estesa di biomasse di scarto, la cui gestione oggi rappresenta un costo per la collettività e per l'ambiente. Noi vogliamo offrire un'alternativa più sostenibile e redditizia”.

E ora per RESET c’è la grande opportunità del PNRR, il piano nazionale di rilancio post-Covid che punta molto sull’economia circolare e le tecnologie green. “In questo momento storico – conclude Manelfi – sarà fondamentale intercettare ulteriori capitali per espanderci e mettere in campo nuovi investimenti”.

 
 

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