Questa è una storia di Natale. Ma con le auto in coda al semaforo al posto delle renne.
Siamo sulla Salaria, dalle parti dell'aeroporto dell'Urbe. Qui c'è il presepe sbagliato di Harish, che ogni giorno ripete la sua rappresentazione profana senza pastori e pecorelle ma con pacchetti di fazzolettini e penne biro che non scrivono mai.
Harish viene dal Bangladesh. Anzi vorrebbe tornare lì, a Natale perché la moglie ha partorito, ma il bimbo sta male. E' in ospedale e lui non ha i soldi per raggiungere la famiglia. Questa storia la racconta il quotidiano La Repubblica.
Prima di continuare con i particolari, facciamo subito spoiler, e vi diciamo come va a finire.
Va a finire come tutte le storie di Natale, con una sorpresa finale. Anche se il finale, quello bello per tutta la famiglia di Harish, forse lo scriverà solo il destino nei prossimi giorni.
Intanto Harish è pronto a partire. Grazie a una dipendente di Invitalia che, ogni giorno, si ferma a scambiare due parole di conforto al semaforo con il nostro pastorello nato nel presepe sbagliato.
L'identità della benefattrice la rivela il quotidiano diretto da Mario Calabresi. Si chiama Sara Anzaldo e lavora presso la sede di Invitalia di via Boccanelli.
Sara non ci pensa due volte: deve trovare il denaro per far acquistare il biglietto aereo ad Harish. Inizia il conto alla rovescia. Ma inizia soprattutto una gara di solidarietà tra i suoi colleghi di Invitalia. Poi il lieto fine annunciato al semaforo, quando la luce diventa verde all'improvviso e illumina gli occhi del nostro amico. Ecco il denaro. Puoi partire subito. Fine della storia.
Anche se qui, nei palazzi di Invitalia, si continuerà a raccontare la lieta novella in questi giorni frenetici di corse contro il tempo per le scadenze di fine anno, di rendicontazioni e di sogni, al semaforo, da realizzare.