Parte dall’8 settembre 2022 la seconda fase di Smart Money, l’incentivo promosso dal Mise e gestito da Invitalia che promuove l’incontro tra startup e incubatori e altri soggetti abilitati per realizzare un progetto di sviluppo, favorirne il lancio sul mercato e più in generale migliorare l’ecosistema delle aziende innovative in Italia.
Alla seconda fase (Capo III), possono partecipare le sole aziende ammesse alla fase precedente, che abbiano ultimato il Piano delle attività ammesso all’incentivo e ricevuto l’interesse di un investitore.
Queste imprese, se ricevono capitali di rischio per finanziare i loro piani di sviluppo, possono infatti richiedere un secondo contributo a fondo perduto pari al 100% dell’investimento nel capitale di rischio per un massimo complessivo di 30.000 euro.
L’investimento può essere attuato da 1 a massimo 3 attori dell’ecosistema dell’innovazione, enti abilitati, investitori qualificati o business angels.
Le domande possono essere presentate entro 6 mesi dall’erogazione del saldo delle agevolazioni relative alla prima fase, e comunque non oltre i 24 mesi successivi alla data di ammissione alla fase uno.
I dati della prima fase (Capo II)
L’incentivo Smart Money, che ha permesso di erogare quasi 7 milioni di euro, si è rivelato fondamentale per investire sulle imprese con forti potenzialità innovative, che possano trainare il Paese fuori dalla crisi, ma soprattutto verso la trasformazione digitale.
Nella fase che si è chiusa il 3 agosto 2022, di 756 aziende che hanno presentato domanda, sono 559 (427 società costituite e 132 non costituite) quelle ammesse alle agevolazioni. Sono coinvolti 324 incubatori, 133 acceleratori, 58 innovation hub e 44 organismi di ricerca.
Gli investimenti più considerevoli hanno interessato la Lombardia (30%), la Campania e il Lazio (10%) il Veneto e la Puglia (8%).
I settori convolti sono: e-commerce (23%), cloud computing (11%), Internet of things (10.9%), ambiente ed energia (10%), life science (8%), bioagroalimentare (7.3%), social network e turismo e beni culturali (5.8%), automazione industriale (3,8%), smart cities e materiali innovativi (3.5%), trasporti (2,5%), infrastrutture e sicurezza (1,8%), telecomunicazioni (1,4%), nanotech (0,8%), aerospazio e e-government (0,2%).