Fase 3, Arcuri: tre cose semplici per rilanciare subito l'economia
L'Ad di Invitalia alla Convention Alis di Sorrento
"Per mettere in moto la macchina produttiva servono 3 cose, piccole ma immediate".
Lo ha detto Domenico Arcuri, AD di Invitalia e Commissario per l'emergenza Covid, intervistato da Bruno Vespa alla Convention di Alis del 16 luglio a Sorrento.
"Deve finire il tempo in cui un imprenditore o un cittadino deve spiegare allo Stato perché vuole fare una cosa e deve invece tornare il tempo in cui deve essere lo Stato a spiegare al cittadino perché non deve, e se lo Stato non lo spiega il cittadino è libero di agire" è il primo dei tre punti indicati da Arcuri.
"Poi deve essere finito il tempo della stratificazione insopportabile di soggetti - qualche volta autoreferenziali - che devono controllare prima le cose non ancora successe e non condannare, semmai, dopo le cose fatte male; se nel mio ruolo commissariale avessi dovuto suboirdinare le decisioni urgenti alla consueta sfilza di soggetti che a legislazione vigente avrebbero dovuto autorizzarmi per mandare un aereo a Pechino o a Dusseldorf e portare in una notte 50 milioni di mascherine in Italia, saremmo già tutti morti".
"Terzo punto - ha proseguito Arcuri, sempre in materia di burocrazia, dal palco della due giorni sorrentina dell'Alis - Non capisco perché se un imprenditore fa una cosa sbagliata non possa essere condannato e si consideri meglio impedirgli di provare a farla, per la possibilità teorica che forse la farà male. Personalmente, ho chiesto e ottenuto dal Governo gli investimenti nei presidi ospedalieri post-covid necessari per lasciare in eredità alla sanità pubblica una forza che non aveva all'inizio dell'emergenza".
E infine, sul tema delle truffe sempre in agguato negli appalti: "Mi aspettavo di incrociare imbroglioni, sono decenni che in Italia le emergenze arricchiscono gli imbroglioni e in Invitalia in 13 anni ne ho visti un sacco; ma poi ho chiesto che non pagassimo un solo euro in acconto e il fenomeno è stato arginato".