Contratti di Sviluppo: stanziati 600 milioni, di cui 200 per produrre dispositivi sanitari

La direttiva del ministro Patuanelli “sblocca” anche le domande già presentate a Invitalia

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16 aprile 2020

Il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha emanato una direttiva con la quale stabilisce che i 400 milioni di euro stanziati dal decreto 'Cura Italia' per i Contratti di sviluppo vengano destinati al finanziamento di programmi strategici e innovativi sul territorio, con priorità agli investimenti per la produzione di dispositivi sanitari e di materiale biomedicale funzionali a fronteggiare l'emergenza causata dal Covid-19. Queste risorse si aggiungono ai 200 milioni di euro già previsti nella legge di bilancio, per un ammontare complessivo di 600 milioni di euro.

In particolare, le risorse assegnate allo strumento dei Contratti di sviluppo sono destinate al finanziamento delle iniziative oggetto di Accordi di programma o di Accordi di Sviluppo secondo la seguente ripartizione:

  • 200 milioni di euro per le nuove domande relative allo sviluppo del settore biomedicale e della telemedicina, con particolare riferimento a quelle connesse al rafforzamento del sistema nazionale di produzione di apparecchiature e dispositivi medicali, nonché tecnologie e servizi finalizzati alla prevenzione delle emergenze sanitarie;
  • 100 milioni di euro per le nuove domande relative allo sviluppo della green economy, alla tutela ambientale o con rilevante impatto ambientale attinenti alla trasformazione tecnologica di prodotti e processi produttivi in ottica di sostenibilità ambientale e di economia circolare;
  • 300 milioni di euro per le domande presentate a Invitalia prima dell’emanazione della direttiva.

Per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, la direttiva del Ministro Patuanelli autorizza Invitalia a dare priorità alla valutazione delle domande riguardanti gli investimenti per la produzione di dispositivi sanitari e materiale biomedicale, funzionali anche a supportare la ripresa economica e sociale del nostro Paese.

Leggi la Direttiva

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