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Così L’AD di Invitalia commenta la presentazione del rapporto 2018 sul Mezzogiorno

Svimez, Arcuri: “Tra coesione e decentramento matrimonio fallito. La crescita del Sud deve coinvolgere più cittadini”

2018-11-08

“Guardando al Rapporto Svimez, quest’anno dobbiamo chiederci: il Sud è cresciuto abbastanza? Se è cresciuto, lo ha fatto in modo sostenibile? E’ cresciuto a prescindere?”. Così l’Amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, nel corso del suo intervento alla presentazione del rapporto Svimez che, quest’anno, si sofferma su molte delle misure gestite da Invitalia per il Sud. In particolare, della “virtuosa attività di Invitalia nel Mezzogiorno”, sui Contratti di sviluppo.  “Il 34 per cento di questi però – sottolinea Arcuri – sono promossi da multinazionali non italiane. Eppure un Contratto di sviluppo può realmente consentire alle aziende di aumentare la loro capacità competitiva. Eppure il tempo medio impiegato da Invitalia per approvare o meno una proposta di investimento è di quattro mesi”.

“Il rapporto Svimez – aggiunge l’AD di Invitalia - quest’anno ci dice che la crescita del Sud è partita nel 2015, ma si è già fermata. Non è quindi cresciuto abbastanza né c’è traccia di ‘sostenibilità’ della sua crescita se si è fermata dopo nemmeno tre anni. Soprattutto, però – per Arcuri -, la crescita del Sud non è stata ‘accogliente’: ha riguardato una platea troppo bassa di cittadini. Non ha toccato un numero sufficiente di potenziali beneficiari poiché, se è stata così tanto breve, significa che è avvenuta a prescindere: a prescindere da chi doveva pilotarla, orientarla, indirizzarla. Se lo fosse stata avrebbe coinvolto più cittadini”. E continua: “Sviluppo e coesione, in Italia, vanno poco d’accordo con il decentramento. Quando dal rapporto Svimez apprendiamo che la spesa dei Fondi strutturali al quarto anno – su sei - è all’8 per cento e in Sicilia al solo 0,7 significa che il matrimonio tra sviluppo e coesione da una parte e decentramento dall’altra non ci è mai stato. Stessa cosa se pensiamo ai Patti per il Sud: è stato speso solo l’1,19 % dei danari disponibili. Adesso – prosegue Arcuri – dobbiamo domandarci cosa fare per far tornare a crescere il Sud” e, prendendo ad esempio il Grande Progetto Pompei eseguito sotto la regia di Invitalia, ricorda che “in tre anni Invitalia ha restituito 76 Domus, creato un impianto di fruizione notturna del sito, spes0 92 milioni dei 105 che ci avevano dato”. E che “quest’anno i visitatori sono raddoppiati rispetto a due anni fa. Però restano mediamente solo quattro ore a Pompei perché poi, lì intorno, non c’è nulla. La ricaduta sul Pil di quella zona dopo un così grande lavoro? Pari a zero”.

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